Vespa Crabro
Vespa Crabro Flavofasciata
Vespa Crabro Germana
Alveare Calabroni
Disinfestazione calabroni
"Il calabrone, il cui nome scientifico è “vespa crabro”, è un insetto da non confondere con il bombo terrestre ed è il più grande vespide vivente in Europa (dai due ai cinque centimetri di lunghezza)."
Vespa Crabro
Vespa Crabro Flavofasciata
Vespa Crabro Germana
Alveare Calabroni
È un artropode per lo più indifferente nei confronti dell'uomo, ma, in alcune situazioni, può arrivare ad essere molto aggressivo ed a provocare punture molto dolorose.
In particolare, poiché è la femmina di calabrone a pungere, ciò può avere luogo se il malcapitato si trovi in vicinanza del nido dell'insetto. Come in caso di punture di vespe ed api, il pericolo è molto elevato per le persone allergiche, che potrebbero subire uno shock anafilattico.
Colonie e nidi di calabroni
Ogni colonia, in media, è composta da una cinquantina di calabroni, il cui nido ha una forma sferica. I favi di quest'ultimo sono sovrapposti.
Nel suo complesso, il nido può arrivare ad oltre cinquanta centimetri di altezza, in alcuni casi addirittura quasi ad un metro, con diametri di trenta o quaranta centimetri. Esso viene realizzato mediante l'impiego di corteccia di legno, lavorata con la saliva da parte degli stessi calabroni.
Periodi di attività ed organizzazione societaria
"Questi vespidi sono attivi dalla primavera all'inizio dell'inverno, prevalentemente nelle ore diurne."
La società dei calabroni, come quelle di formiche, vespe ed api, è formata da regine, operaie e maschi.
Nei mesi più freddi, le nuove regine vanno in una fase di ibernazione, mentre gli altri calabroni muoiono. In primavera, ogni regina inizia a costruire le prime cellette di un favo e depone le uova, dalle quali nasceranno, in una prima fase, solo le operaie.
I maschi vedranno la luce alla fine dell'estate, per dare luogo ad una nuova generazione. Prima dell'inverno, nasceranno altre regine, mentre la regina calabrone, ormai anziana, morirà, seguita da tutte le sue operaie e dai maschi. Un nido abbandonato può diventare il rifugio di altri insetti, durante i mesi più freddi dell'anno.
Danni alle colture e fastidiose punture
"I calabroni possono provocare danni alle coltivazioni, perché amano cibarsi di albicocche e pesche. D'altro canto, sono predatori naturali di altri tipi di insetti che danneggiano le colture."
È frequente che i calabroni pungano nelle giornate estive più afose, momenti in cui sono particolarmente attivi. In caso di punture, conseguenti a reazioni difensive dell'insetto, il pungiglione del calabrone inietta un veleno che, per la maggior parte delle persone, ha effetti molto dolorosi solo nella zona colpita, destinati a svanire in un arco di tempo relativamente breve.
Trovarsi nei pressi di un nido può essere pericoloso: si corre il rischio di subire diverse punture.
Come affrontare il problema?
"Per procedere a risolvere il problema, non si può agire da soli, ma è necessario rivolgersi a personale esperto, che sappia come agire e sia in grado di proteggersi adeguatamente."
Si potrebbe chiamare la Asl, l'Azienda Sanitaria Locale, ma spesso le attese sono lunghe.
I Vigili del Fuoco intervengono solo nel caso in cui ci sia un reale pericolo per l'incolumità delle persone che vivono nei pressi della zona infestata. Per ottenere un'azione veloce, chi risiede nel Lazio può rivolgersi a Laziale Derattizzazione.
L'azienda ed il suo valido team di operatori si occuperà di asportare il nido di calabroni e di procedere ad una disinfestazione dell'area circostante. Voi che vi trovate nelle province di Roma e Viterbo, così come di Latina, Frosinone o Rieti, chiamate oggi stesso Laziale Derattizzazione!